- Messa del Mercoledì delle Ceneri Anno 2025
Nel nome del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo.
La grazia del Signore Nostro Gesù Cristo, l’amore di Dio Padre e la comunione dello Spirito Santo siano con tutti voi.
Introduzione e perdono
Iniziamo anche quest’anno la Quaresima.
Quest’anno per noi, più di altre volte, ha un senso speciale: è la Quaresima del Giubileo, è la Quaresima inserita in quel percorso che stiamo facendo quest’anno e che ci ha portato, anche il 22 febbraio, a rinnovare la nostra offerta, la nostra consacrazione, il nostro desiderio di partecipare fino in fondo al piano di Maria.
È la Quaresima in un momento che, penso, sia unico: mai come ora è stata così vicina la terza guerra mondiale, mai come ora c’è stato un incastro di tanti anticristi al potere e, quindi, questa Quaresima è da vivere, quest’anno più delle altre volte, nel vero senso della Quaresima.
Non è un tempo di penitenza fine a se stesso.
La penitenza fine a se stessa non serve a nulla, anzi, va a soffocare lo spirito.
I riti fini a se stessi soffocano la vita, mettono a tacere la coscienza, mettono a tacere quella spinta che la grazia di Dio dà per uscire, per essere nella vita. E, invece, purtroppo, ci hanno insegnato e abbiamo imparato bene: facciamo tanti riti, facciamo i digiuni, facciamo le preghiere e siamo a posto. È un bel modo per guadagnarsi il Purgatorio; è vero, sei a posto, il Purgatorio ti aspetta.
Tutto quello che ho detto rispetto al Giubileo, rispetto a questo tempo dovrà arrivare a un compimento. La Quaresima è allora un tempo per meditare seriamente tutto questo davanti a Dio. Sono quaranta giorni che andrebbero dedicati solamente al Signore per capirlo, per comprenderlo, per fare delle scelte e, poi, iniziare da figli di Dio risorti a concretizzarle. Questa è la Quaresima!
Con questa consapevolezza prepariamoci non a ricevere le ceneri, non a fare i finti umili, ma prepariamoci ad entrare per quello che siamo davvero: creature davanti a questo amore infinito di Dio. Nella Quaresima dovrebbero risvegliarsi ancora più chiaramente tutte le volte che non mettiamo Dio al primo posto ma mettiamo tante altre cose, anche belle, sane, giuste, sacrosante secondo la Terra, ma, vuoi o non vuoi, tutte contribuiscono ad allontanarti da Dio, dalla volontà di Dio per te. Questo annunciamo all’universo. È chiaro che non possiamo annunciarlo se non lo viviamo. Questo vogliamo dire a tutte le anime in anfiteatro e soprattutto lo diciamo al Signore e a Maria Santissima: aiutateci a viverle.
Prepariamoci.
E ancora una volta il perdono di Dio, il suo amore, scenda su tutta l’umanità, scenda su ognuno di voi. Che il suo amore vi liberi da tutto ciò che non vi permette di incontrare questo amore. Per sua grazia, per sua misericordia questo perdono allontani da voi tutto ciò che anche in maniera falsa vi impedisce di sentirvi davvero amati, vi impedisce di unirvi all’Amore, con la maiuscola, l’Amore sacrificato sulla croce. Che il suo perdono vi renda liberi da tutto ciò che, invece, lega, da tutto ciò che vi abbassa qui sulla Terra, da tutto ciò che vi porta a cercare le cose di quaggiù e non alzare il vostro sguardo verso Dio.
Nel nome del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo.
Riflessione
Oggi abbiamo letto il proseguo di ieri: paternità e maternità in Dio[1].
Abbiamo sentito dei fratelli fedeli[2], abbiamo sentito Gesù cosa dice[3], sappiamo da sempre che uno dei nostri compiti è ritornare a far vivere il rapporto tra l’uomo e la donna in Dio. Più volte abbiamo detto quanto sia importante per voi, come sorelle, recuperare la dimensione della donna; è una parte della vostra missione in questo tempo, una parte di quel programma di Maria Santissima per cui abbiamo rinnovato l’offerta perché arrivi alla sua pienezza.
C’è questa domanda: avete la consapevolezza, sapete a che cosa Dio vi ha chiamati? Collaborare con Lui! Sapete che vi ha dato le grazie dal Battesimo per farlo? E poi, perché non accoglierla questa grazia? Perché ne accogliamo solo un pezzetto? Cos’è che ci porta a non mettere al centro questo fatto che è la vita? Sempre Gesù dice: “La vita…”[4]. Cos’è questa vita? “La vita nasce nel vortice trinitario, la vita viene donata all’uomo…” ma che cos’è questa vita?
Non è quella che pensiamo noi, non sono questi cent’anni che viviamo qui sulla Terra. La vita è quella che pulsa dentro di noi come pulsa nell’universo – noi siamo un microcosmo – e che dentro di noi pulserà per l’eternità; qui abbiamo la possibilità di farla vivere, di testimoniarla e di godercela in eterno. Questa è la vita, e tutto ciò che facciamo dovrebbe portare a questa vita, e basta. Poi, sempre Lui chiede: “Ne siete consapevoli?”[5]. E, poi, la domanda che è il cuore di quello che voglio dire oggi: “Siete interessati a recuperare e a promuovere questa grazia?”[6].
Io vi chiedo di usare questi quaranta giorni per questo, con questa domanda, personalmente e poi scambiando tra di voi. “Siete interessati?” Io vi dico già – non dovrei – ma ve lo dico: nella misura in cui sarete interessati e farete scelte concrete per vivere quella grazia, risorgerete a Pasqua. Se non siete interessati a quella grazia, nessuno risorgerà a Pasqua, state tranquilli, resterete quello che siete. Le grazie, adesso, vengono date a chi va, a chi risponde. È giusto. È già un po’ che è così, però, sempre di più.
Adesso faccio il prete normale.
Quaresima. Tempo di penitenza. Guardate che la penitenza non è fine a se stessa. È utile? Sì.
Perché la Madonna a Medjugorje all’inizio l’ha chiesta, come in tutte le apparizioni? Perché è il primo passo dentro ognuno di noi per mettere ordine, mettere ordine alle cose che contano davvero e quelle che sono importanti sul serio rispetto a quelle che non contano nulla. L’uomo è talmente poco spirituale che il Signore deve partire dalla penitenza. Ma serve solo per mettere le priorità al posto giusto. Allora, noi che, credo, questi passi li abbiamo fatti, approfittiamo di vivere quella domanda che ho detto: desidero promuovere questa grazia? Se sì – ancora una volta, perché non lo faccio mai abbastanza – chi ho messo veramente al primo posto? Cosa c’è al primo posto nella mia vita?
Riceviamo le ceneri. Lo sappiamo, “ricordati che sei cenere e cenere diventerai”, tutto quello che volete. Ma il punto centrale è sempre il solito: riconoscere che sei creatura. E questo lo riconosci nella misura che ti avvicini a Lui.
È vero che sei figlio di Dio, è vero che sei fatto a immagine e somiglianza di Dio, ma è vero anche che il peccato originale ti ha portato ad essere una creatura limitata e bisognosa infinitamente del suo aiuto, nel suo amore, che ha bisogno infinitamente di ricordarsi che Dio è Dio e che tu sei creatura. Mentre fai questo, Lui ti inonda dell’amore, quasi ti stordisce d’amore. Però, è pericoloso, perché senti tutto quest’amore e arrivi a pensare che non ne hai più bisogno, “ormai sono pieno” … ma non sei mai pieno! “Ormai sono immerso” … magari restassimo sempre immersi! Ne abbiamo bisogno in continuo. Vivendo così, con questo bisogno continuo, la nostra vita diventerà un glorificare Dio, diventerà un grazie continuo, diventerà semplice, diventerà una vita normale ma straordinaria nello stesso momento, una vita normale, anzi, secondo il mondo, anche un po’ strana ma che porterà la vita, che testimonierà la vita. Perché tu diventi come quel secchio, che diceva[7] San Giuseppe, sempre sotto la fonte che trabocca quell’amore di Dio.
Allora, la cenere è quello: sei creatura. Eri creato immortale, ma il peccato originale ha prodotto in te la morte e tutti moriamo. L’unico modo per far tornare il nostro corpo come Dio l’ha pensato è farlo marcire; non c’è altro modo, perché il peccato originale l’ha toccato, ma la morte è diventata un momento di resurrezione. Si capisce questo? Solo Maria Santissima è stata assunta in cielo, oltre a Gesù Cristo, col corpo, noi abbiamo il peccato originale.
Allora, la Quaresima, quaranta giorni – San Francesco ne faceva tre volte all’anno di questi quaranta giorni – è quel tempo che tu devi dedicare a Dio in maniera particolare, devi cercarlo, dev’essere il tuo Tutto, devi andare con queste domande – io ne ho proposta una[8] – a stare davanti a Lui, a guardarlo, a contemplarlo; devi averlo davanti agli occhi questi quaranta giorni; sì, guardare cosa siamo costati a quest’Uomo, e, guardando quanto gli siamo costati, capire quanto ci ama. Guardare anche a Dio Padre, che sta a guardare il Figlio, la seconda persona della Trinità, che soffre così, e capire quanto ci ama. Guardare lo Spirito Santo, che non può muoversi finché non è Gesù a donarcelo. Guardare tutti gli Angeli che devono vedere il loro Dio, soffrire per noi, ma in loro non parte il giudizio verso di noi. Forse non so se è solo a me, ma l’idea che Gesù Cristo soffra per qualcuno che, magari, non si interessa di niente, mi fa arrabbiare, anche se non è sano. Gli Angeli non ce l’hanno, ma uniscono la loro sofferenza a quella del Signore. Così dovremmo fare noi.
Allora, quaranta giorni per meditare questo.
Lì c’è la Via crucis, lì ci sono i rosari, c’è il silenzio, c’è il digiuno per staccarsi; soprattutto il digiuno da tutto ciò che non serve, proprio quando metti quelle priorità. In questi quaranta giorni non cercate le cose che non vi aiutino a incontrare il Cristo; state, in maniera particolare in questi quaranta giorni, lontani da tutto ciò che non vi porta al Cristo, da tutto ciò che è bello, giusto, utile per la Terra, ma che non serve a niente. Tutto passa, solo Dio resta.
È un tempo di preparazione, di scelte. Contemplando quell’amore, guardando cosa fa per te, cosa ha fatto e cosa fa, in te riparte tutta quella vita che dicevo prima, la Vita con la maiuscola, e allora in te parte quel desiderio di risorgere in Cristo, ma risorgere non per ricominciare a vivere come sei adesso, ma risorgere per cominciare a vivere come Dio vuole che tu viva. Allora, ancora di più in questi quaranta giorni fare anche scelte concrete che metteremo in pratica da risorti, decisioni vere, di cambiamenti concreti della vita. Non farli adesso, ma adesso deciderli. Farli dopo Pasqua, quando parte in te la vita nuova. Ma è un tempo di scelte, è una preparazione per vivere da risorti, cogliere quell’amore di Dio per cui tutto c’è, tutto vive, il cielo, le stelle, tutto, solo grazie a quell’amore, pure noi. Invece di dire “ah che bello!”, provare un po’ a comprenderlo. “Ma da dove ti viene quest’amore?” Chiederglielo, contemplarlo.
Guardate che tutta la storia si è preparata per l’evento della resurrezione. Lo sentirete in Isaia in questi quaranta giorni. Noi leggeremo ancora, spesso, il nostro libro. Ma tutto si è preparato per la resurrezione. Noi, però, siamo chiamati a un passo oltre: siamo chiamati a vivere da risorti e preparare la nuova creazione. E qua dobbiamo crederci. Però, se ci crediamo, andiamo ancora a quelle parole: “Quando la grazia si sviluppa in loro diventano spiritualmente creativi e possono generare la vita di Dio e trasmetterla agli altri. Questa è l’identità dell’uomo e della donna e solo in tale identità scoprono la chiamata a governare l’universo con Dio”[9]. Che grande offerta è stata data a noi! Perché non accoglierla? Siamo chiamati a questo. Tutta la storia è arrivata fin qui. Adesso c’è questo passo che è nostro: preparare la Nuova Creazione, è l’ultimo tempo.
Proviamo a riflettere fra di noi e non abbiate paura di guardare cosa sta facendo Dio ora, adesso, nella Fondazione, tra di noi. Ci ha chiesto di occuparci di quello che Lui sta facendo. Provate a vedere tra di voi cosa sta facendo, cos’è che ci ha messo davanti, Lui l’ha solo iniziato, ce l’ha fatto vedere, e adesso ci dice: “Volete partecipare con me a questo, a riscrivere la storia, o volete la storia vecchia?”. Scambiate tra di voi, anche di cose concrete: “Secondo te cosa sta facendo? A te cosa sembra?”. Non fatele dire sempre a me, ditele voi. Se davvero contempliamo quanto e come ci ama, come rispondo a quest’amore? Come mi dedico a quest’amore? Continuo la mia vita? Chiedo aiuto a costruire la vita secondo il mio pensiero o partecipo a quella vita?
Sembra che esco da quello che voglio dire, ma più volte ho detto, per chi mi conosce, che il guaio della Chiesa Cattolica, che Padre Tomislav ha riscontrato negli anni ’97, ’98, ’99 e 2000 quasi rimanendo scandalizzato, è che tutti i sacerdoti, anche quelli più vicini che lo seguivano, che parlavano di offerta, sacerdoti ministri, non riuscivano a comprendere che si dovevano offrire col Cristo. Offrivano il Cristo, ma non si offrivano loro; non capivano: “Ma in Lui c’è tutto, Lui fa tutto, Lui ha tutto, a Lui non manca nulla”. Tutte cose vere, ma per riscrivere la storia manca qualcosa: manchi tu, manchiamo noi che ci uniamo e ci offriamo con Lui. È diverso. È Lui che fa, ma ha bisogno che tu gli dia il tuo corpo, gli dia i tuoi occhi, gli dia la tua bocca, le tue orecchie, le tue mani, il tuo tempo, i tuoi soldi, i tuoi impegni, i tuoi desideri, i tuoi bisogni. Daglieli e Lui li trasformerà nei suoi e tu lascialo fare.
Siamo tutti sacerdoti e allora come partecipo a Lui che si offre, a quest’amore? Vi ho detto contempliamolo. Potete frustarvi tutte le sere se volete, “io partecipo così”; potete picchiarvi l’un l’altro, se non ce la fate da soli; va bene tutto, decidete voi.
Io vi dico la strada più bella – perché l’ho provata, quelle che ho detto le ho già provate tutte: non funzionano -, la strada più bella è: lascio fare a Lui e cerco di stare nelle sue mani, abbandonato a far morire il mio pensiero.
Torno a ridire: non abbiate vergogna di scambiare anche nelle cose normali, semplici, cosa sta facendo Dio, cosa sta trasformando, quale campo sta operando, cosa mi propone. Perché quello io so che lo sta facendo con ognuno di voi. So anche che tutta la strada, che abbiamo fatto fin qui, il 22 febbraio, offerta solennemente, adesso è messa alla prova. È normale, è giusto. So che ognuno di voi in tutto quello che ha promesso, in tutto quello che ha anche espresso, nel suo desiderio vero e profondo – non che sia un bugiardo – di vivere secondo il pensiero di Dio, sapendo cosa deve lasciare, adesso è messo alla prova. È giusto che sia così, è il tempo di partecipare al sacrificio di Cristo, è il tempo di mettere in pratica quelle promesse e di morire. Bisogna morire! E’ Quaresima per arrivare alla resurrezione.
Tutti sarete provati, tutti. Però, ve l’ho detto tante volte, quello è proprio il momento di non ascoltare la voce della prova, perché, sennò, se l’ascolti, diventa tentazione. Lasciate la prova e con coraggio decidetevi ancora di più per quello che avete detto. Questo è un esorcismo potentissimo. Quanto più sarete spinti a fare un qualcosa che non va fatto e non lo farete – anzi, farete ancora di più il contrario – tanto di più sarete liberati e libererete i vostri cari, libererete le vostre radici, sarete corredentori, svuoteremo il Purgatorio e contempleremo l’Amore sacrificato nella pace, capendolo, perché quello ha fatto: la Vita che si è lasciata inchiodare alla croce. Non era un uomo, era la Vita. Ha fatto credere a quell’altro di vincere, “obbediente al Padre fino alla morte e alla morte di croce[10]”. Questa è la strada.
Se, invece, noi capiamo cosa dobbiamo fare, se noi sentiamo i fratelli fedeli come vivono[11], se a noi è chiaro il tempo in cui viviamo, tempo di falsi profeti, di anticristi – c’è di tutto – e vediamo tutto come è, perché ormai grazie a Dio lo vediamo – c’è chi non lo vede, c’è chi non si accorge, noi grazie a Dio lo vediamo – ma non facciamo nulla per cambiare, secondo me è grave, perché almeno chi non vede non ha questo sbaglio, non vede. Vedere e non fare, sapere e non fare, avere la luce e non seguirla, è scegliere consapevolmente lo sbaglio, quello è il peccato. Peccare quando non lo sai è peccato, ma non sei meritevole di condanna, in un certo senso. Ma quando lo sai e dici: “Ma io non ci riesco” e pecchi, lì è grave; lì, se continui su quella strada, ti troverai nelle tenebre e poi dopo non capisci più nulla.
Concludo. Ho detto che mai come ora è stata così vicina la terza guerra mondiale.
Ci sono un susseguirsi di situazioni che sembrano uguali identiche a quelle del 1938-39 e poi sapete cosa è successo. Vi possiamo dire che Dio ci ha detto che non vuole permettere la terza guerra mondiale e sta facendo di tutto perché non avvenga, impegnandosi con i fratelli fedeli e con il Nucleo Centrale. Però, non può evitare una grossa prova. Io non so qual è.
Buona Quaresima a tutti!
Battesimo e benedizione
Su tutte le anime desiderose di camminare con noi, desiderose di presentarsi adesso e dire: “Signore Gesù, sono una creatura, aiutami a ricevere la tua grazia, aiutami a viverla, a stare in questa grazia”, su quanti desiderano camminare insieme a Gesù Cristo fino alla resurrezione, su quanti desiderano risvegliare tutti i doni che hanno ricevuto fin dal concepimento, tutti i doni che attraverso il Battesimo si sono risvegliati in loro, che li hanno fatti figli di Dio, sacerdoti, profeti e re, su quanti desiderano dare la vita così come la conosciamo, per incontrarla nel Cuore Immacolato di Maria unita al Cristo e portata verso il Padre dallo Spirito Santo, scenda su tutti voi il perdono, l’amore, scenda su tutti voi la luce, la forza, scenda la grazia, scenda la pace.
Nel nome del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo.
E quanti desiderano essere battezzati, lavati dal sangue, io vi battezzo col nome di Maria e Giuseppe. Nel nome del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo.
Vi assolvo da tutti i vostri peccati, dai vostri limiti, dal vostro passato, imprimo su di voi il sigillo dello Spirito Santo, vi dono il Segno del trionfo del Cuore Immacolato di Maria e vi unisco alla Chiesa di Gesù Cristo dell’Universo.
Ti comando, Lucifero, di andare con la tua chiesa nera nello stagno di zolfo.
Nel nome del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo.
Benediciamo tutti.
Attraverso questa benedizione, o Signore – te lo chiedo insieme a Maria Santissima, insieme a San Giuseppe – la luce del Signore risorto si accenda dentro l’anima di ognuno di noi. Quella luce sia colei che ci indica la strada in questi quaranta giorni, sia quella luce che allontana l’energia disgregante, allontana l’esoterismo, allontana tutte le maledizioni e tutti gli attacchi da parte di Lucifero e dei suoi. Quella luce resti viva in tutti i nostri passaggi, resti viva in tutte le nostre scelte, resti viva nel contemplare Gesù Crocifisso, resti viva mentre lo seguiamo sul Calvario, mentre lo vediamo un uomo, un uomo schiacciato dal dolore, l’uomo dei dolori, un uomo che va avanti solo ed esclusivamente per amore, amore tuo, o Padre, amore nostro. Questa luce ci guidi e ci faccia passare nei nostri calvari, ci aiuti a scegliere sempre per la vita, ci aiuti a scegliere per amore tuo, per amore di noi stessi e per amore del prossimo. Questa benedizione scenda su ogni uomo di buona volontà, scenda su tutti i prigionieri di ogni tipo di prigione, scenda su tutti i moribondi, scenda su tutti gli ammalati, scenda sugli ultimi, scenda a donare la vera pace.
Nel nome del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo.
Conclusione
Allora, davvero che questi giorni siano per voi belli, ricchi, anche se faticosi. Scambiate tra di voi così come ho detto.
Vi garantisco da parte di noi tre che saremo vicini ad ognuno di voi nei vostri passaggi per quello che dobbiamo fare, offerti, pregando, intercedendo. Però, possiamo farlo solo, e sempre di più, per la strada che porta al Cristo. Su tutte le altre strade non riusciamo ad aiutarvi, ci è impedito di aiutarvi e, in un certo senso, ci è comandato anche di allontanarci da chi vuole percorrere altre strade.
Andiamo in pace.
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[1] Cfr. Paternità e maternità spirituale da “Il nostro cammino: attraverso Maria a Gesù” pagg. 184-185
[2] Cfr. “Il nostro cammino: attraverso Maria a Gesù” pagg. 184-185
[3] Cfr. “Il nostro cammino: attraverso Maria a Gesù” pag. 186
[4] Cfr. “Il nostro cammino: attraverso Maria a Gesù” pag. 186
[5] Cfr. “Il nostro cammino: attraverso Maria a Gesù” pag. 187
[6] Cfr. “Il nostro cammino: attraverso Maria a Gesù” pag. 187
[7] Cfr. Messaggio di San Giuseppe del 19 Marzo 2020 “Custodire per vivere” pubblicato in “Verso la Nuova Creazione – Volume VII – Anno 2020”
[8] “Siete interessati a recuperare e a promuovere questa grazia?” da “Il nostro cammino: attraverso Maria a Gesù” pag. 187
[9] Cfr. “Il nostro cammino: attraverso Maria a Gesù” pagg. 186
[10] Fil 2,6-11
[11] Cfr. “Il nostro cammino: attraverso Maria a Gesù” pagg. 184-185