(dal libro “A Medjugorje la Madonna è viva” – Colloqui con Padre Tomislav Vlašić, pagg. 146-150-151; Ed. Luci dell’Esodo)
Parla Padre Tomislav Vlašić
“Noi da soli non entreremo mai nel silenzio divino. Nessun metodo potrà procurarci questo dono. L’uomo sfugge dal morire a se stesso. Volentieri si addentra in riflessioni ed esperienze piacevoli nella vita spirituale. La prova invece lo lega e mette in crisi il suo volere. È importante comprendere che anche Gesù nel Getsemani si è consegnato per essere legato e condotto come agnello al macello. Il nostro abbandono libero e incondizionato alla volontà di Dio, apre la strada al silenzio divino e alla vittoria nella prova”[1].
“Chi rimane fedele alla vita di Dio, non si sente mai limitato. La vita sboccia nella beatitudine e trionfa sempre nella resurrezione.
Quando la grazia di Dio prorompe in un’anima o nell’umanità, essa agisce portando le anime in due direzioni: verso l’essenzialità e verso l’universalità.
Mi spiego meglio. Essenzialità significa che Dio attira la persona a sé, verso la vita così come è in Lui. Dio si rivela così come è, e la persona si riconosce in Dio, come in uno specchio, così come è. Si sente piena di grazia, piena di vita e desidera solo rimanere con Dio nella autentica comunione. È attenta perché niente e nessuno la allontani da Dio. Gode della vita di Dio e tende con tutta se stessa all’unione con Cristo in modo definitivo.
In tal modo la persona rimane un mistero per gli altri. Non riesce ad esprimere ciò che vive. Tutti i concetti e tutte le immagini sono una pallida idea, strumenti inadatti ad esprimere il Mistero. Rimane il silenzio divino che circonda la sua anima, nel quale essa rimane unita a Dio, sicura che Lui eserciterà il suo potere nello Spirito Santo per portare alla verità tutta intera coloro che sono aperti alla sua volontà. Neppure Gesù, con tutti i segni e i miracoli, ha potuto chiarire alla gente, né agli apostoli, la vita divina, finché non è stato glorificato e non ha mandato lo Spirito Santo[2].
In questo atteggiamento sembra che la persona interessata rimanga passiva. In realtà, se la comunione con Dio è autentica, non è così. In Dio l’essere e l’agire sono in perfetta armonia fra loro, e si relazionano a vicenda. La persona unita a Dio è spinta dalla potenza dello Spirito Santo ad agire in sintonia con Dio e con tutta la realtà che è in Dio. Questo la porta all’universalità, cioè ad amare perfettamente come Dio ama[3], a gioire nelle prove[4], a soccorrere chi è nelle necessità[5], e a testimoniare la verità[6]. Così la persona si unisce nello Spirito Santo alla Chiesa universale, con tutti gli uomini di buona volontà. È ovvio allora che Dio agisce e si rivela agli altri attraverso quella persona, nel grado in cui essa è unita a Lui”[7].
[1] Vedi il libro “A Medjugorje la Madonna è viva” a pag. 146
[2] Cfr. Gv 16, 12-15
[3] Cfr. Mt 5, 43-48
[4] Cfr. 1Ts 5, 16-21
[5] Cfr. Mt 25, 31-40
[6] Cfr. At 4, 19-21; Mt 10, 32-39
[7] Vedi il libro “A Medjugorje la Madonna è viva” a pag. 150-151
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