Tratto dal libro “A Medjugorje – La Madonna è viva” Colloqui con Padre Tomislav Vlašić“
Ed. Luci dell’Esodo
Quali sono i passi necessari per rispondere a questa chiamata all’offerta della vita?
La Sacra Scrittura è stracolma di indicazioni ed esortazioni; la dottrina della Chiesa e la tradizione insegnano che l’unica via è il passaggio pasquale vissuto da Gesù. Se il nostro Signore Gesù è passato attraverso il sacrificio sulla croce per la nostra salvezza, significa che lo stesso processo tocca anche a noi, che anche noi dobbiamo percorrere la strada che ha percorso lui per imparare a conoscerlo. Solo così potremo sperimentare la forza della sua risurrezione e vivere la comunione con le sue sofferenze.[1] La forza della risurrezione si sperimenta solo se siamo partecipi delle sofferenze di Cristo. L’offerta della vita è la mèta che devono raggiungere tutti i cristiani, ma occorre coraggio per intraprendere questo cammino.
Il primo passo necessario per offrire la vita è decidersi per Dio. A noi può sembrare di esserci decisi per Dio, ma dobbiamo verificare se questa decisione sia autentica oppure no. Possiamo andare in chiesa, partecipare a un gruppo di preghiera, adempiere ai riti e ai precetti, ma se qualcuno ci dice una parola che non ci piace, in noi si scatena l’inferno! Ciò significa che non ci siamo decisi per Dio! E possiamo essere così schiacciati da ciò che accade nel mondo e nella nostra vita, da non poter quasi più respirare spiritualmente e sentire la forza dello Spirito Santo. Questo vuol dire che non abbiamo messo Dio al primo posto, e non abbiamo scoperto la preghiera che ci apre completamente a Dio. Siamo interiormente divisi tra tante cose. Questa divisione interiore è la causa della nostra debolezza, impotenza e confusione. Può accadere talvolta che nei gruppi di preghiera le persone non siano in grado di dialogare fra loro: anche questo è segno della mancanza di una vera decisione per Dio.
Il secondo passo è abbandonarsi a Dio. Per molti credenti è difficile abbandonarsi completamente a Dio, perfino impossibile. Il bambino che riposa sul seno della madre è l’immagine di questo abbandono che dovremmo vivere. L’uomo che non cresce nella preghiera fino ad aprirsi a Dio, non può abbandonarsi a lui. L’uomo che nella preghiera non sente l’amore e la bontà di Dio così come un bambino sente l’amore della madre, non può abbandonarsi né riposarsi in lui. Una volta la Madonna ha detto attraverso Jelena: “La preghiera è un dialogo con Dio. In ogni preghiera dovete sentire la voce di Dio”. Non si tratta di sentire qualcosa di straordinario, ma di sentire la comunione con Dio, il suo amore per noi.
Il gradino seguente per vivere l’offerta è donarsi a Dio. Non è sufficiente abbandonarsi a Dio, è necessario anche donarsi a lui. Questa è l’attività che nasce nell’anima quando cominciamo a vivere per Dio. Quanto più ci doniamo a lui, tanto più risorgiamo nell’anima e tutto il nostro essere si trasfigura. Se ogni volta che andiamo in chiesa portiamo con noi solo un bagaglio di cose umane, significa che giriamo ancora attorno a noi stessi. Siamo come rinchiusi in una scatola che ad ogni costo vogliamo proteggere. Così non possiamo rinascere.
Donarsi a Dio è un passo molto profondo ed importante: non viviamo più per noi stessi, ma viviamo per Dio. Vivere per Dio significa sentire che lui vive per noi, che utilizza tutta la sua onnipotenza per noi. Allora possiamo capire che non ci mancherà nulla. Per questo Gesù dice nel Vangelo di Matteo: “Perciò io vi dico: non preoccupatevi troppo del mangiare e del bere che vi servono per vivere, o dei vestiti che vi servono per coprirvi. Non è forse vero che la vita è più importante del cibo e il corpo è più importante del vestito?”. E poi aggiunge: “Guardate gli uccelli del cielo… guardate come crescono i fiori nei campi… voi non valete forse più di loro?”.[2] Questo ci porta avanti, ci fa capire che l’offerta è un cammino che apre i nostri cuori e le nostre anime, che ci eleva e ci conduce alla pienezza.
Il passo successivo nel cammino dell’offerta è il sacrificio. Quando i genitori donano la vita a un figlio, sono pronti anche a sacrificarsi per lui. Quale genitore non ha fatto sacrifici? Quale madre non ha passato la notte vegliando accanto al suo bambino? Per lei sarebbe stato meglio dormire! L’amore non può diventare perfetto se non ci dedichiamo a Dio superando i nostri interessi. Gesù Cristo ci ha dimostrato tutto il suo amore, fino a donare se stesso per noi. Perché il nostro amore sia simile a quello di Gesù, dobbiamo andare oltre ogni interesse umano. Ciò non significa rimanere passivi, indifferenti verso i doveri e le responsabilità della vita; e non significa nemmeno essere pigri; significa piuttosto essere liberi nell’anima, non attaccati ad ambizioni malate o interessi.
Ciascuno di noi, sulle croci che vive, deve imparare a elevarsi a Dio, come Gesù Cristo, sacrificando tutto ciò che non ci permette di elevarci. In tal modo diventiamo cristiani maturi. Diventare maturi significa pregare elevandosi al di sopra degli interessi, donandosi incondizionatamente a Gesù; allora anche Gesù potrà agire liberamente in noi.
L’offerta della vita a Dio è una cosa naturale e semplice, in fondo non è altro che la nostra risposta alla grazia del battesimo che abbiamo ricevuto. Non ci può essere altra strada verso Dio. Se l’anima si apre a Dio, allora le sembra naturale seguire Gesù Cristo per raggiungere la comunione con il Padre nello Spirito Santo. La Madre Immacolata ci apre la strada e ci insegna come vivere tutto questo. Perciò è importante comprendere che le apparizioni della Madonna a Međugorje non sono una devozione qualsiasi; Dio, attraverso le apparizioni, vuole dirci che la Chiesa e il mondo devono passare attraverso il Cuore della Madre Immacolata, se vogliono rinascere. Maria è la creatura nuova, l’umanità nuova; è lei la nuova Eva.
Tutto questo ci porta al culmine, che è la comunione: la comunione con la Chiesa universale trova il suo fondamento nella celebrazione della santa Messa. La nostra offerta deve essere unita all’offerta di Gesù e questo avviene attraverso l’offerta del sacerdote durante la santa Messa. Il sacerdote eleva al Padre tutti i sacrifici di coloro che partecipano all’Eucaristia, unendoli al sacrificio di Cristo. Nella santa Messa siamo chiamati a offrire i nostri sacrifici, ma è importante che offriamo anche il sacrificio degli innocenti e chiediamo al Salvatore di consacrare tutte le loro lacrime e sofferenze. Ovunque ogni giorno viene versato così tanto sangue che deve essere consacrato! Tante persone innocenti sono sedotte, uccise; tanti bambini abortiti e soppressi nelle varie sette sataniche! Per questo dobbiamo presentare sull’altare e unire all’offerta di Gesù Cristo ogni grido dell’umanità. L’offerta di Cristo è il centro attorno al quale si riunisce tutta l’umanità.
I battezzati raggiungono la loro pienezza se si offrono come vittime nella santa Messa. Partecipare alla celebrazione eucaristica non consiste nell’ascoltare delle belle prediche, ma prima di tutto nell’unirsi a Gesù Cristo, nell’offrirsi per essere trasformati in creatura nuova. Questo è innanzitutto compito dei sacerdoti e su questo punto i documenti della Chiesa sono molto chiari; ma è anche compito dei fedeli, altrimenti andare alla santa Messa può diventare un’abitudine o una pratica religiosa superficiale.
Il passaggio interiore attraverso l’offerta non è la chiusura in un’esperienza interiore, in un proprio sentimento, ma è un processo di crescita che deve portarci a diventare persone mature, libere, felici, capaci di confrontarsi col male e vincerlo. Questa crescita personale si trasforma in missione. Lo Spirito Santo risveglia e sviluppa la sensibilità dell’anima, la indirizza verso ciò che è virtuoso e l’aiuta ad aprirsi all’azione di Dio. Quando offriamo la nostra vita ci uniamo a Gesù e partecipiamo all’opera di redenzione, imparando a portare quelle croci che lui ci affida.
Quali frutti porta l’offerta nella nostra vita?
L’offerta ci porta ad essere creature nuove,[3] generate attraverso il passaggio pasquale, tanto a livello individuale che a livello comunitario, cioè come Chiesa di Dio. Come creature nuove, portando in noi la dinamicità della vita trinitaria, ci inseriamo nell’amore di Dio che ama tutti, buoni e cattivi. Colmi di speranza viva, condividiamo il peso della vita, offrendola a Dio, e aspettando la venuta gloriosa del Signore. Vivendo nello Spirito Santo possiamo superare quegli aspetti individualistici che ci dividono e ci contrappongono gli uni agli altri. Offrendoci a Dio, ci facciamo servitori della vita gli uni negli altri e diventiamo Eucaristia vivente.
Maria ai piedi della croce ha offerto se stessa al Padre insieme a Gesù. È indispensabile unirsi a Maria per imparare da lei a vivere questo cammino di offerta?
Certamente. Ho già detto più volte che possiamo offrirci a Gesù solo attraverso Maria. Attraverso il suo cuore materno, l’amore divino si manifesta e si comunica a noi nel modo più tenero. Questo amore non ferisce mai, non costringe. È come un sorriso, come un sole mite che si posa su un germoglio a primavera e lo fa sbocciare. Le ferite più profonde che portiamo in noi come conseguenza del peccato, si aprono e guariscono davanti a questo amore tenero, e satana fugge. L’amore che ci comunica Maria risveglia in noi ogni virtù: amore, pace, fiducia, ubbidienza, pazienza. Ci aiuta anche a diventare persone mature, responsabili, rivolte a Dio, fonte della vita. Questa maturazione sviluppa in noi la capacità di stare con Maria ai piedi della croce e di offrirci insieme a Gesù in ogni sofferenza o sfida della vita. Così come Maria ai piedi della croce è divenuta Madre dell’umanità, allo stesso modo coloro che si offrono a Gesù diventano con lei padri e madri che generano la vita di Dio e la donano agli altri.
[1] cfr. Fil 3,10
[2] cfr. Mt 6, 25-26
[3] cfr. Gal 6, 15
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